La Zona Sacra del Pasubio, storicamente la più importante è stata dichiarata monumentale dal 1922. È delimitata da 30 cippi che ricordano i reparti che maggiormente si distinsero negli accaniti combattimenti e comprende il Dente Italiano, la Cima Palon e la vetta immediatamente a sud di detta cima è accessibile anche mediante due strade carrozzabili, oggi però chiuse al traffico veicolare. Le principali vie rotabili di accesso al Pasubio sono tre:
Strada degli Scarubbi:
La strada degli Scarubbi è una strada carrabile del massiccio del Pasubio, costruita durante la Prima guerra mondiale. Lunga 10,5 chilometri, parte dal Passo Xomo (1058 m) e arriva alle Porte del Pasubio (1928 m).
Fu costruita nell’estate del 1917, durante la Prima guerra mondiale, dall’Esercito Italiano per avere un accesso alla zona sommitale del Pasubio e quindi alla prima linea. Percorsa da autocarri, era tuttavia esposta all’artiglieria austriaca del vicino Monte Maio, essendo ricavata sul versante settentrionale del Monte Forni Alti. Veniva perciò percorsa in condizioni di particolare pericolo, in particolare durante la notte e a fari spenti. Furono sviluppate tecniche particolari per sfuggire all’artiglieria austriaca, come ad esempio sostare nei tornanti non in vista, per rendere più difficoltoso il puntamento dell’artiglieria nemica. A causa della sua esposizione a nord, non era utilizzabile durante l’inverno e per buona parte della primavera: questi fattori resero necessaria la costruzione della strada delle 52 gallerie, molto più sicura ma non accessibile ai mezzi motorizzati.
Dopo il secondo dopoguerra la strada degli Scarubbi ha rappresentato, con quella degli Eroi, la principale via d’accesso alle prime automobili di gitanti. Chiusa al traffico motorizzato dagli anni ottanta, è oggi accessibile solamente ai gestori del rifugio Achille Papa, chiusa con sbarra poco dopo Bocchetta Campiglia.
La strada parte dal Passo Xomo (1058 m) e sale per circa 1,5 chilometri fino a Bocchetta Campiglia (1216 m). Qui si dirama la strada delle 52 gallerie e vi sono ampi parcheggi.
Da qui la strada scende per qualche centinaio di metri fino al bivio per Malga Campiglia e poi riprende a salire nell’impluvio naturale della Caneve di Campiglia, dove si sale con 12 tornanti per 5,7 chilometri al 9,5% di pendenza media, con scorci molto suggestivi dalla parte sommitale.
Per circa un chilometro la strada rimane pianeggiante, scavata nella roccia sopra le guglie degli Scarubbi da cui prende il nome. Questo è il tratto più esposto e più pericoloso, spesso soggetto a piccole frane durante il periodo primaverile a causa del disgelo e delle piogge. Per l’ultimo chilometro e mezzo la strada riprende a salire tortuosa fino alle Porte del Pasubio. Tuttavia continua ancora un altro chilometro e mezzo, pur su pendenze molto più impegnative e con fondo piuttosto rovinato, passando a fianco all’Arco Romano, fino alla chiesetta di Santa Maria del Pasubio presso la Selletta del Comando, sede del comando degli ufficiali italiani durante il conflitto.
La strada degli Scarubbi è oggi di fatto l’unica via usata per l’accesso alla sommità del Pasubio con mezzi motorizzati (solo ad autorizzati). Nella sua parte intermedia, quella pianeggiante, è tuttavia soggetta a frane dopo le piogge primaverili e richiede annualmente lavori di manutenzione consistenti, per la rimozione dei detriti e la messa in sicurezza. Viene inoltre scelta come via di discesa dalla maggior parti degli escursionisti, essendo molto più breve della Strada degli Eroi, sfruttando le scorciatoie sui tornanti delle Caneve di Campiglia.
Insieme all’altra rotabile rappresenta uno dei percorsi di maggior interesse storico e paesaggistico per la mountain bike.
Strada degli Eroi:
La strada degli Eroi è un tratto di strada carrabile del massiccio del Pasubio, costruita in seguito alla Prima guerra mondiale per dotare la zona sommitale del monte, di una via d’accesso agevole per i mezzi motorizzati e sicura.
La strada degli Eroi vera e propria è il tratto lungo circa 2 chilometri che collega la Galleria d’Havet al rifugio Achille Papa, situato alle Porte del Pasubio, sul comune di Valli del Pasubio. Scavata sulla destra orografica delle pareti verticali a precipizio sull’impervia Val Canale, presenta un fondo naturale piuttosto dissestato.
Il nome deriva dal fatto che sulla parete rocciosa sono collocate delle targhe in onore delle 12 medaglie d’oro al valor militare che combatterono sul Pasubio durante la Grande Guerra.
Per estensione con il termine di Strada degli Eroi ci si riferisce all’intera rotabile della Val Fieno, sul comune di Vallarsa, che sale dal Pian delle Fugazze (1162 m), al confine fra la provincia di Vicenza e di Trento, e arriva fino al rifugio Papa (1928 m).
L’intero tracciato rifugio Achille Papa – Pian delle Fugazze fa parte del sentiero Europeo E5 e del Sentiero della Pace.
La strada, chiusa al traffico motorizzato (d’estate vi sono dei bus navetta che fanno spola fra il Passo e la Galleria d’Havet), è lunga nella sua interezza 10,6 chilometri, segnati da pietre miliari che ogni chilometro danno la distanza dall’inizio. Il fondo è naturale, tranne per alcuni tornanti asfaltati, con un percorso tortuoso nella Val Fieno per salire con pendenza piuttosto costante e mai particolarmente impegnativa se non nel tratto finale prima della Galleria d’Havet, lunga poche decine di metri, che permette di passare nella Val Canale appena sotto il crinale dello spartiacque.
Durante il conflitto mondiale era solamente un sentiero e venne in seguito allargata per permettere un comodo accesso alla Zona Sacra, in alternativa della strada degli Scarubbi in cui la neve permane molto più a lungo a causa dell’esposizione a nord. Negli anni ottanta fu chiusa al traffico motorizzato a causa della pericolosità del tragitto soprattutto nel tratto finale, oggi molto frequentata dagli escursionisti sia a piedi che in mountain bike. Rimane infatti una delle principali vie d’accesso alla sommità del massiccio perché può essere percorsa anche da chi ha poca confidenza con la montagna.
Insieme alla strada degli Scarubbi rappresenta un eccellente percorso storico-culturale per chi pratica la mountain bike.
Un’altra rotabile permette l’accesso all’Alpe Pozze, nella zona settentrionale del massiccio, ove sorge il rifugio Vincenzo Lancia (1825 m), partendo dalla statale che congiunge il Pian delle Fugazze a Rovereto.
Strada delle 52 gallerie:
Da percorrere esclusivamente a piedi, è la più famosa via d’accesso al Pasubio, costruita nel corso della Prima guerra mondiale, rappresenta una delle maggiori opere belliche di tutto il conflitto, che non ha probabilmente pari in nessun luogo. Si tratta della Strada delle 52 gallerie, o strada della Prima Armata, è una mulattiera militare che si snoda fra Bocchetta Campiglia (1.216 m) e le porte del Pasubio (1.934 m) attraversando il versante meridionale del monte, situato al riparo dal tiro dell’artiglieria austro-ungarica, caratterizzato da guglie, gole profonde e pareti rocciose a perpendicolo.
Caratteristiche:
È lunga 6.555 metri, dei quali ben 2.335 sono suddivisi nelle 52 gallerie scavate nella roccia; ogni galleria è numerata e caratterizzata da un numero e un nome. La larghezza minima è stata originariamente prevista in m 2,50 con una media di m 2,20, per permettere il transito contemporaneo di due muli con le relative salmerie.
La pendenza della strada è del 12 % e raggiunge il 22 %, in alcuni punti. La più lunga (320 m) delle gallerie è la 19ª che ha un tracciato elicoidale a 4 tornanti, all’interno di un gigantesco torrione di roccia. La successiva n. 20 è scavata all’interno di un torrione roccioso e, per superare il notevole dislivello, si avvita su sé stessa come un cavatappi.
Il tratto della 43ª corre sotto il passo Fontana d’Oro (1.875 m). All’uscita della 47ª si raggiunge il punto più alto della strada (2.000 m), dal quale si gode un panorama grandioso.
Realizzazione
La sua realizzazione fu di grande importanza strategica, in quanto permetteva la comunicazione e il passaggio dei rifornimenti dalle retrovie italiane alla zona sommitale del Pasubio, ove correva la prima linea, al riparo dal fuoco nemico; e ciò nel corso di tutto l’anno, contrariamente alla rotabile degli Scarubbi, accessibile sì da mezzi motorizzati, ma soltanto nel periodo estivo ed in condizioni molto più pericolose, sotto il tiro dei cannoni austriaci. La strada è un vero e proprio capolavoro d’ingegneria militare e di arditezza, considerando anche le condizioni e l’epoca in cui fu costruita, nonché la rapidità d’esecuzione: i lavori cominciarono il 6 febbraio 1917 e furono conclusi nel novembre 1917. Fu realizzata dalla 33ª Compagnia minatori del 5º reggimento dell’Arma del genio dell’Esercito Italiano, con l’aiuto di sei centurie di lavoratori: compagnia 349, 523, 621, 630, 765 e 776. A capo della 33ª Compagnia fu posto il tenente Giuseppe Zappa, dal 18 gennaio al 22 aprile 1917; gli succedette il capitano Corrado Picone fino alla fine della guerra.
Aspetti escursionistici.
La strada delle 52 gallerie è un percorso tuttora praticabile a piedi nel periodo estivo, identificato dal segnavia 366. È vietato percorrerla in bicicletta, in seguito a numerosi incidenti mortali. Questo percorso è interessante sotto vari punti di vista, paesaggistico, storico e ingegneristico. Il dislivello è di circa 750 metri[, la partenza del percorso è presso il parcheggio a pagamento di Bocchetta Campiglia e la salita fino al Rifugio Papa dura 3 ore e mezza. È necessario avere con sé la torcia elettrica per poter agevolmente superare le parti maggiormente buie delle gallerie, oltre che prestare attenzione nell’inizio di primavera poiché è possibile trovare ancora neve.
È possibile scendere per la Scarubbi, che riporta al parcheggio. Dal rifugio Papa è possibile proseguire verso il rifugio Vincenzo Lancia o visitare il Dente Italiano[19]. Dallo stesso rifugio è possibile proseguire per il Sentiero europeo E5[20] e il Sentiero della Pace[21]..
Il Pasubio presenta infine vie d’accesso attraverso le varie valli che lo solcano in ogni suo lato. È possibile perciò esplorarlo in ogni suo lato, spesso nascosto e selvaggio: talvolta i sentieri si riducono ad esili tracce ed essendo frequente che il monte sia avvolto dalla nebbia, è sempre da prestare attenzione in quanto non è raro perdere l’orientamento a causa di queste caratteristiche.